venerdì 13 giugno 2008

CASSINO, Sanità: intervento sindaco

lo sai che...
la situazione sanitaria nel nostro territorio sta vivendo una fase preoccupante e senza precedenti, non a caso il presidente regionale Marrazzo ha avocato a se la delega alla sanità revocandola all’assessore Battaglia ?
Inutile dire che questo provvedimento evidenzia l’esclusiva strategia regionale di calmare gli animi sul territorio individuando una vittima sacrificale.
Infatti, non credo che Battaglia abbia adottato provvedimenti in materia sanitaria non concordati con la presidenza; in caso contrario la cosa sarebbe gravissima.
Adesso, a prescindere da responsabilità e inerzie amministrative, credo si debba correre al più presto ai ripari, ed auspico che il presidente Marrazzo stia lavorando in tal senso.
Per aiutarlo a trovare la strada più giusta da percorrere nei prossimi giorni trasmetterò al presidente regionale una informativa della situazione della sanità nel Distretto D, frutto del contributo dei sindaci della Consulta del Cassinate ed incontrerò la dirigenza ASL.
Quel che è certo, è che l’Atto aziendale della Asl di Frosinone così come formulato non risponde alle esigenze della Sanità della provincia e specificatamente del territorio del sud Lazio, in quanto non risponde alle esigenze clinico-sanitarie né alle necessità della razionalizzazione economica e finanziaria.
Ad esempio, vengono individuate strutture complesse e semplici che per il loro sviluppo e potenzialità non presentano le caratteristiche di novità e professionalità necessarie per aggregare la domanda dell’utenza in modo da soddisfarne appieno le richieste ed interrompere anche quella “migrazione passiva” verso altre Asl e altre Regioni che costituisce una delle più gravose spese del bilancio sanitario del Lazio.
Un fenomeno importante, in un territorio di confine come il nostro, che suggerisce/impone l’attivazione in esso di una sanità di eccellenza, viste anche le potenzialità notevoli della nuova struttura dell’ospedale Santa Scolastica.
Il nuovo e moderno presidio ospedaliero di Cassino (su cui sono state impegnate ingenti risorse economiche) dovrebbe rappresentare un polo d’attrazione per tutte le realtà e comunità non solo limitrofe, ma anche del vicino Molise e della vicina Campania caratterizzandosi, per ragioni geografiche, quale polo ospedaliero di confine.
Per questo credo si possa anche ipotizzare un’azienda ospedaliera, magari a titolo sperimentale, considerando che le quattro province periferiche della Regione non ne prevedono alcuna.
L’azienda ospedaliera, opportunamente collegata ed integrata con almeno due poli universitari potrebbe trovare quelle necessarie risorse umane professionali e finanziarie che, integrate con le risorse locali, potrebbero assicurare il decollo di un vero polo d’eccellenza.
In tal modo la realtà territoriale del Distretto continuerebbe ad avere i reparti di riferimento anche nella struttura ospedaliera di Pontecorvo tenuto conto che la nostra provincia ha una carenza di posti letto per acuti di circa 300 unità in base agli standard minimi previsti dal Ministero della salute.
Ma il punto di partenza, preliminare a qualsiasi altra ipotesi di miglioramento del servizio sanitario locale, deve essere la deroga al blocco delle assunzioni, per consentire ai reparti di avere la dotazione organica sufficiente a sopravvivere.